Spesso si dice che l’Italia potrebbe vivere solo di turismo, e in effetti il nostro Paese è rinomato a livello globale per la sua storia, arte e cultura, natura ed enogastronomia. Tuttavia, esistono ancora molte aree italiane, ricche di queste eccellenze, che rimangono poco conosciute. Allo stesso tempo, altre destinazioni già molto popolari devono affrontare il problema del sovraffollamento. Per superare queste sfide e valorizzare in modo equo e sostenibile tutte le destinazioni, è fondamentale adottare strategie innovative.
Ma come si può rendere una località turistica competitiva e attraente, rispondendo alle aspettative dei visitatori?
La chiave è nelle mani di figure professionali specializzate, tra cui spicca il Destination Manager. Questo ruolo, già consolidato all’estero e sempre più rilevante in Italia, è cruciale per la gestione strategica delle destinazioni. Il Destination Manager pianifica e promuove le destinazioni, aiutandole a emergere e a diventare più attrattive e sostenibili.
Il turismo in Italia come pilastro economico
Il turismo rappresenta una risorsa fondamentale per l’economia italiana. Secondo l’ISTAT, nel 2023 il settore ha contribuito a circa il 13% del PIL, con 134 milioni di arrivi turistici e 451 milioni di presenze nelle strutture ricettive. Oltre all’apporto economico diretto, il turismo favorisce l’occupazione qualificata e promuove l’innovazione attraverso nuove figure professionali come il city manager, il gestore di spazi dedicati al workation, o il consulente di viaggi online.
Destination Manager: chi è e perché è essenziale per un territorio
Il Destination Manager non si limita a promuovere una località, ma coordina tutti gli attori coinvolti nel turismo, sia pubblici che privati, per creare un sistema integrato che valorizzi l’offerta turistica a lungo termine. Come un direttore d’orchestra, facilita la collaborazione tra operatori del settore, enti pubblici e comunità locali, assicurandosi che la destinazione non solo attiri turisti, ma sia anche sostenibile e vantaggiosa per il territorio.
Le sue principali competenze includono:
– analizzare il territorio, l’offerta e il mercato turistico.
– pianificare strategie di marketing e promozione efficaci.
– coinvolgere operatori e stakeholder locali, creando una visione condivisa di sviluppo.
– gestire budget e risorse in modo efficace ed efficiente.
– promuovere e commercializzare esperienze immersive e autentiche, integrando tradizioni locali, prodotti tipici e patrimonio ambientale e culturale.
L’evoluzione del Destination Manager
Negli ultimi anni, il ruolo del Destination Manager si è ampliato. Oggi, non si occupa solo della gestione dell’offerta turistica, ma dell’intero ecosistema locale, collaborando con imprenditorie gli enti pubblici e privati. Turismo sostenibile e rispetto per l’ambiente sono ora al centro delle strategie turistiche vincenti, ma l’Italia deve ancora fare molti progressi per adottare questa figura in modo capillare.
In un contesto di crescente competizione globale, il Destination Manager è una risorsa fondamentale per garantire il successo e la sostenibilità delle destinazioni. Per affrontare le sfide future, è bene investire in questa figura e nelle collaborazioni tra pubblico e privato, affinché il turismo continui a essere un motore economico fondamentale per il Paese. Infatti, una collaborazione efficace tra pubblico e privato è essenziale per il successo di una destinazione. Le politiche pubbliche, come quelle infrastrutturali, influenzano l’attrattività di una località, mentre il settore privato è responsabile della qualità dell’offerta turistica e della sua commercializzazione.
Un modello di governance misto, coordinato dal Destination Manager, permette di bilanciare le esigenze a lungo termine di entrambe le sfere, garantendo una gestione più stabile e sostenibile nel tempo dei territori italiani.